lunedì 26 settembre 2011

Due interessanti corsi di formazione

ALTA FORMAZIONE: COMUNICAZIONE POLITICO ISTITUZIONALE

Il Corso di Alta Formazione in Comunicazione politico-istituzionale è proposto dal Dipartimento di Studi greco-latini, italiani, scenico-musicali (Facoltà di Filosofia, Lettere, Scienze umanistiche e Studi orientali) e dal Dipartimento di Economia e Diritto (Facoltà di Economia) di ”Sapienza” Università di Roma, insieme all’Università degli Studi “Suor Orsola Benincasa” di Napoli e alla Fondazione Mezzogiorno - Europa.

Obiettivi formativi:
L’obiettivo del Corso di Alta Formazione è contribuire alla professionalizzazione dell’azione politico-istituzionale, con particolare attenzione al miglioramento dei meccanismi di relazione e comunicazione tra istituzioni e società civile, attraverso la formazione e qualificazione di coloro che già svolgono o intendono svolgere funzioni politico-istituzionali, o di supporto ad esse, a livello nazionale o locale, in ambito governativo, parlamentare, amministrativo; nelle forze politiche e sindacali, nelle associazioni di categoria, nelle fondazioni, nelle ONG, nelle aziende, negli uffici stampa, nei media.

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FORMAZIONE: COMUNICAZIONE POLITICO ISTITUZIONALE

Il Corso di Formazione in Comunicazione politico-istituzionale è proposto dal Dipartimento di Studi greco-latini, italiani, scenico-musicali (Facoltà di Filosofia, Lettere, Scienze umanistiche e Studi orientali) e dal Dipartimento di Economia e Diritto (Facoltà di Economia) di ”Sapienza” Università di Roma, insieme all’Università degli Studi “Suor Orsola Benincasa” di Napoli e alla Fondazione Mezzogiorno - Europa.


Obiettivi formativi:
L’obiettivo del Corso di Formazione è contribuire alla professionalizzazione dell’azione politico-istituzionale, con particolare attenzione al miglioramento dei meccanismi di relazione e comunicazione tra istituzioni e società civile, attraverso la formazione e qualificazione di coloro che già svolgono o intendono svolgere funzioni politico-istituzionali, o di supporto ad esse, a livello nazionale o locale, in ambito governativo, parlamentare, amministrativo; nelle forze politiche e sindacali, nelle associazioni di categoria, nelle fondazioni, nelle ONG, nelle aziende, negli uffici stampa, nei media.

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CONTATTI
Direttore:
Silvana Cirillo
Telefoni:
Università La Sapienza
Prof.ssa Silvana Cirillo
tel +39068415266
fax +39 06491609
silvana.cirillo@uniroma1.it

Università Suor Orsola Benincasa
Prof.ssa Elisabetta Benesatto
ebenesatto@gmail.com

Mezzogiorno Europa
Via Raffaele De Cesare, 31
80132 Napoli
Tel +39 081 2471196
fondazione@mezzogiornoeuropa.it

E-mail:
fondazione@mezzogiornoeuropa.it

venerdì 10 giugno 2011

Referendum 2011


Un giorno cercherò di capire meglio il concetto di "governo", per il momento ho sempre pensato che il Governo italiano fosse formato da una maggioranza ed una opposizione e che entrambe componessero il nostro governo. Quello che accade, le decisioni, le proposte di legge, le tassazioni e perfino l'immobilità sono giustamente imputate al "Governo". Ma troppo facilmente si confonde il "governo" con la "maggioranza".
Con molta semplicità è importante ricordare sempre che maggioranza e opposizione sono l'espressione del voto (non parlo delle preferenze dei singoli) e che a loro, tutti, è stato dato mandato di governare il nostro paese con serietà e coscienza. Se le cose non funzionano, se non siamo soddisfatti, se ci sentiamo defraudati, derisi, derubati della dignità ecc.., questo è dovuto all'intero parlamento e non certo ad una sola delle sue espressioni.
Oggi siamo chiamati a votare per i referendum su 4 importanti temi e mi domando chi abbia letto a fondo tutti i quesiti referendari. Ma soprattutto mi domando chi abbia preso almeno visione delle varie norme citate dal quesito!


L'informazione che circola è strana:

► Vota SI’ per ABROGARE le 2 leggi (una del governo Prodi e una del governo Berlusconi) per la PRIVATIZZAZIONE dell’ ACQUA

► Vota SI’ per ABROGARE la legge REINTRODUCE il NUCLEARE in Italia.

► Vota SI’ per ABROGARE la legge sul “LEGITTIMO" IMPEDIMENTO

► Vota NO se vuoi partecipare al quorum ma vuoi esprimere parere favorevole a quanto è, o sta entrando, in vigore

► NON ANDARE a votare se vuoi esprimere il parere favorevole a quanto è, o sta entrando, in vigore e non vuoi che si raggiunga il quorum.

Vota COME VUOI, senza sentirti influenzato da questo governo e dalle sue espressioni di maggioranza e opposizione. Vota in coscienza ciò che ritieni opportuno. Oppure non andare, esercita il tuo democratico diritto di esprimere che non intendi sia raggiunto il quorum. Ricordati sempre che ciò che politicamente accade nel nostro paese, altro non è che l'espressione del paese stesso.

Se evadi il fisco (anche minimamente), se non emetti uno scontrino, se non chiedi la ricevuta per risparmiare, se paghi la colf in nero, se curi sempre il tuo interesse primario senza preoccuparti di ciò che hai intorno, se risparmi sull'IVA.... Se ti capita una sola di queste cose, non sei migliore, non sei più furbo o più intelligente di altri, sei solo uguale a quei tanti politici e politicanti che curano solo i loro interessi. Non sei speciale ma solo confuso dalla massa e nella massa.

"I have a dream" ...ma forse lo scriverò in un altro post.
Intanto fai la tua scelta su come votare e buona Italia a tutti.


Questi sono gli incomprensibili quesiti referendari:
  • Primo quesito (ACQUA PUBBLICA I) “Modalità di affidamento e gestione dei servizi pubblici locali di rilevanza economica. Abrogazione”: "Volete voi che sia abrogato l'art. 23 bis (Servizi pubblici locali di rilevanza economica) del decreto legge 25 giugno 2008 n.112 "Disposizioni urgenti per lo sviluppo economico, la semplificazione, la competitività, la stabilizzazione della finanza pubblica e la perequazione tributaria" convertito, con modificazioni, in legge 6 agosto 2008, n.133, come modificato dall'art.30, comma 26 della legge 23 luglio 2009, n.99 recante "Disposizioni per lo sviluppo e l'internazionalizzazione delle imprese, nonché in materia di energia" e dall'art.15 del decreto legge 25 settembre 2009, n.135, recante "Disposizioni urgenti per l'attuazione di obblighi comunitari e per l'esecuzione di sentenze della corte di giustizia della Comunità europea" convertito, con modificazioni, in legge 20 novembre 2009, n.166, nel testo risultante a seguito della sentenza n.325 del 2010 della Corte costituzionale?"

  • Secondo quesito (ACQUA PUBBLICA II) "Determinazione della tariffa del servizio idrico integrato in base all'adeguata remunerazione del capitale investito. Abrogazione parziale di norma": ammissibile. "Volete voi che sia abrogato il comma 1, dell'art. 154 (Tariffa del servizio idrico integrato) del Decreto Legislativo n. 152 del 3 aprile 2006 "Norme in materia ambientale", limitatamente alla seguente parte: "dell'adeguatezza della remunerazione del capitale investito"?"

  • Terzo quesito (ENERGIA NUCLEARE): "Volete voi che sia abrogato il decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133, nel testo risultante per effetto di modificazioni ed integrazioni successive, recante Disposizioni urgenti per lo sviluppo economico, la semplificazione, la competitività, la stabilizzazione della finanza pubblica e la perequazione tributaria, limitatamente alle seguenti parti: art. 7, comma 1, lettera d: realizzazione nel territorio nazionale di impianti di produzione di energia nucleare?".
  • Quarto quesito (LEGITTIMO IMPEDIMENTO): "Volete voi che siano abrogati l'articolo 1, commi 1, 2, 3, 5, 6 nonchè l'articolo 1 della legge 7 aprile 2010 numero 51 recante "disposizioni in materia di impedimento a comparire in udienza?" [...]

venerdì 1 aprile 2011

Quella guerra mediatica che mina i valori.

Siamo da poco entrati in guerra, nella guerra 2.0, quella fatta di informazioni e disinformazioni, di veicolazione delle conoscenze attraverso tutti gli strumenti possibili, dalla radio alla televisione (che ormai riteniamo strumenti della passata tradizione) al web, al videofonino al social network.
L’informazione viene trasmessa e veicolata attraverso un numero sempre maggiore di media nella speranza, o nel tentativo, di riportare fedelmente la realtà.
Non sono sufficienti le rassicurazioni dei Capi di Stato che, ognuno secondo la propria politica interna, mascherano bombardamenti dietro accordi o risoluzioni delle Nazioni Unite o accordi del Patto Atlantico, non è sufficiente dire che il paese non è in guerra ma sta solo rispondendo ad una chiamata ONU. Non è forse insito nel concetto di guerra quello di uccidere, danneggiare, sottomettere il nemico? E cosa sta accadendo di tanto diverso? Non abbiamo forse armato le navi, alzato gli aerei con l’obiettivo di bombardare le basi di un altro paese al fine di sottometterne la politica interna secondo il nostro principio di democrazia? Chiamiamola come vogliamo, non chiamiamola guerra, parliamo di coalizione, ma non sono nomi e parole che possono mutare l’essenza delle azioni. E’ vero, il nostro paese in questo momento non avrebbe potuto scegliere una politica diversa, ma non si intende discutere le ragioni dei conflitti, o le posizioni politiche, solo l’impatto morale sulla storia evolutiva del paese. Il tam tam mediatico è già iniziato rendendoci spettatori di un nuovo circo, il circo 2.0 quello in cui ogni mezzo di trasmissione fornisce informazioni diverse. Da un lato le reti occidentali, tutte focalizzate a mostrare la valenza dell’azione della coalizione, dall’altro le reti arabe tutte concentrate a mostrare i danni dei bombardamenti dell’occidente.
Sono comparsi anche in pompa magna tutti i pagliacci della fantapolitica, dando inizio alla consueta tarantella di informazioni discordanti, distoniche e contraddittorie. Ognuno accusa l’altro di aver causato danni irreversibili. Ogni paese chiede ragione all’altro delle azioni, degli accordi sottoscritti in passato ed ancora vigenti, esprimendo le proprie ragioni e mostrando, dal suo punto di vista, logica ineccepibile per ogni suo atto.
Questa è la fase più pericolosa della guerra 2.0, perché coinvolge tutti i cittadini che, come neosoldati in un neoruolo, si trovano a dover valutare le posizioni opposte, si trovano ad affrontare con senso critico le affermazioni dell’uno e dell’altro. Immaginiamo se Napoleone o Annubale avessero coinvolto l’intera popolazione sulle ragioni profonde dei conflitti, avessero chiesto al popolo di saper discernere sulla necessità, l’opportunità e la valenza di un conflitto? Che conquistatori sarebbero mai stati? Che comandanti?
Il coinvolgimento di questi conflitti impone nuove regole nella società e chiama ogni cittadino ad un nuovo senso di responsabilità: il neosoldato, armato solo del suo giudizio è esposto alle radiazioni mediatiche provenienti da tutto il globo, non sempre convincenti, non sempre vere, non sempre “informazioni”.
Cosa succede allora alle coscienze? Ogni cittadino è coinvolto in questo conflitto ed ogni cittadino è esposto al circo mediatico. Lo stesso circo che ci ha mostrato un Giappone in difficoltà, scoprendo che dopo solo 6 giorni già era stata ripristinata un’autostrada.
Il cittadino è chiamato ad avere una sua opinione basata su un’ingestibile quantità di informazioni che piovono senza logica e controllo, questa pioggia ha caratteri, a volte, tanto contraddittori da confondere la stessa coscienza. Mina i principi cardine delle coscienze umane questa pioggia mediatica che impone ad ognuno di saper discernere il bene dal male mostrando gli opposti da entrambe le parti. Non è più netta la differenza tra bene e male, non è così facile da distinguersi: il male si è talmente mascherato da bene da non mostrare più alcuna differenza con esso.
E c’è di più! Questo coinvolgimento chiama ognuno ed essere giudice arbitro, spostando il conflitto da esterno ad interno, da una farraginosa macchina conflittuale politica, stiamo lentamente sperimentando quanto certi atteggiamenti rappresentino un vero cancro per il senso critico, per i valori profondi della società in cui siamo cresciuti. Questa esposizione radioattiva mediatica ha divorato dall’interno la capacita di discernimento, perché la ha ricoperta di inutili orpelli informativi, di regole, di risoluzioni, di senso della giustizia fatta in casa, di economia e di soldi.
Perché ormai si è insinuato il dubbio che tutto questo polverone alzatosi nei paesi arabi, non sia l’effetto domino di una reale esigenza dei ceti medi, ma una strumentalizzazione di quell’occidente bisognoso di una politica estera “importante” per ristabilire i propri equilibri di potere e, perché no, anche economici.