lunedì 1 giugno 2009

La storia: logica e contraddizione

Tutto ciò che non si piega alla logica assume il marchio della contraddizione


La innata molteplicità e diversità del reale si ribella alle costrizioni del pensiero identificante, mostrando la sua natura non-identica ed uscendo pertanto dal controllo della logica. La costante contraddizione del reale si pone come moto non-identico  superando i confini della logica ed affermandosi come altro da essa.


In quanto costantemente contraddittorio il non-identico non può essere fatto oggetto del sapere assoluto. Ovvero il non-identico non può essere declinato in categorie e non può essere compreso ma solo appreso nel momento del suo "essere". La storia diviene una chiave di lettura (non univoca) degli elementi che si è scelto di imporre in sequenza, ma al variare degli elementi scelti vi sarà una sostanziale variazione della lettura storica. L'impossibilità di valutare tutti gli elementi del reale nella loro successione temporale (per l'enorme numero di variabili, per l'incapacità dell'uomo di poter valutare tutti gli elementi in modo oggettivo e per l'oggettiva impossibilità di conoscere tutti gli elementi) determina una incapacità di definire una lettura storica assoluta.


La storia, come equazione degli elementi del non-identico, si pone con risultati indeterminabili. Lo studioso ha facoltà unica di leggere il non-identico nel momento della sua esistenza come un linguaggio metafisico al tempo presente, non risolubile in alcuna connessione preordinata riducendo la storia ad una ontologia di se stessa. In tal modo la storia del non-identico sposa il principio di casualità.