venerdì 29 febbraio 2008

Cinetica

Cosa ha di diverso una palla che rotola da una palla che sta ferma? Della differenza ci rendiamo conto quando andiamo a fermarne il movimento. Quello che rende diverso un corpo in movimento da un corpo fermo è la quantità di energia cinetica che esso possiede. Analogamente partendo dall'assunto che il pensiero scaturisce dal raffinamento delle funzioni sensorio-motrici è possibile realizzare una "sintesi della cinetica fisica e dei movimenti dell'intelletto" identificando in tal modo il fondamento cinetico del pensiero. Si entra nell'inesplorato territorio dell'estetica del movimento in cui sensazioni fisiche e processi cognitivi non sembrano dover portare ad una conoscenza oggettiva assoluta, ma piuttosto ad una dimensione complessa del pensiero. Ogni pensiero nonché le parole che usiamo per esprimerlo, hanno un verso, una direzione ed un senso, ed utilizzarle con proprieta' e coerenza ci avvicina al quel sentimento di appagamento che pervade il ginnasta che compie il suo esercizio con il punteggio pieno, certo di essere riuscito a cogliere l'essenza del suo movimento, il controllo e la sintonia assoluta con il suo strumento corpo, come sintesi di un pensiero cinetico.
In questo senso l'idea di movimento muta radicalmente. Infatti il moto può essere evento relativo, illusorio o, come nel nostro caso, interiore. Il moto è un evento reale che avviene in un ambiente fisico, ma è anche un evento percettivo. Il moto inoltre enfatizza il valore comunicativo dell'evento grazie all'attrazione che esercita sui nostri sensi.
Il pensiero cinetico è una forma elaborata di pensiero plastico ossia di capacità di elaborare almeno tridimensionalmente o ancor meglio cronospazialmente. Esso pensa, organizza, interpreta, valuta, modifica movimenti nello spazio, uno spazio che è esso stesso percettivamente vissuto come potenziale movimento. In esso tempo e spazio sono variabili correlate. Il pensiero cinetico agisce attraverso l'implicita od inconscia definizione di una direzione e di una meta. La direzione definisce l'orientamento. La meta può essere totale (raggiungimento di un punto finale o scopo) oppure può essere parziale, in tal caso si tratta di un nodo (un nodo rappresenta il perseguimento di un obiettivo minore o uno spostamento parziale nello spazio dovuto alla presenza di ostacoli, barriere o necessità di momentanea interruzione di moto o di scostamento per raggiungere un obiettivo intermedio).
La pluralità di direttrici, distinte da nodo a nodo, segnala l’esistenza di una pluralità di situazioni.
Il percorso rivela la logica di connessione ossia il dis-corso che si snoda da un tratto all’altro, esplicitando quali rapporti/motivazioni stanno tra un nodo e l’altro e fra tutti i nodi nel loro insieme.
Anche il pensiero verbale (specie se scritto) è una costruzione e quindi è rappresentabile cineticamente.
Gli elementi sintattici sono composizioni e quindi si possono rendere efficacemente con accorpamenti e accostamenti dinamici. La struttura complessiva di un discorso è rappresentabile cineticamente individuando in esso diversi attributi.
Il discorso ad andamento circolare, parte da un punto e sviluppa sequenze che hanno sempre un medesimo antecedente e susseguente solo che il risultato finale coincide con il punto di partenza e questo può costituire una punto di riavvio senza fine, come una filastrocca che è un meccanismo linguistico cinetico che produce un andamento rotatorio. Molti giochi linguistici hanno andamento cinetico. Ad esempio il chiasmo è una forma linguistica incrociata e contrapposta che può essere espressa cineticamente.
Il discorso è organizzato per forme derivative e sequenze di accadimenti o procedure logiche successive nel tempo. Tutto parte da una o più premesse generali e sviluppa analiticamente alcune parti susseguenti.
Il discorso è organizzato per rimandi, vi è un nucleo centrale che sostiene e connette tutto e alcune parti si sviluppano lateralmente, ma con andamento periodico-circolare.
Il discorso si organizza per parti e sequenze che hanno una loro specificità e autonomia, pur rivelando alcune sezioni che stanno in un rapporto comune con tutte le parti o solo con alcune componenti.
Il discorso è sequenziato dinamicamente per parti che si compenetrano l’una nell’altra e con sequenza dal generale al particolare e viceversa. Oppure è organizzato per sequenze dinamiche piramidali e gerarchiche.
La natura cinetica del linguaggio non è discutibile ed è esatta espressione del pensiero che, per la sua funzione diviene pensiero cinetico.
Attraverso l'etica cerchiamo di osservare la fenomenologia della realtà e di definire in questa il principio del bene e del male. Individuiamo non solo gli estremi opposti ma anche la nostra posizione come deviazione standard tra essi. Lo stesso facciamo anche fuori dalla ristretta cerchia fenomenologica applicando il principio etico al nostro pensiero. Il principio estetico definisca analogamente il concetto di bello e brutto individuando la deviazione standard tra i due opposti. Ma siamo affascinati non solo dall'oggettività ma dal risultato di una scienza preposta allo studio del bello e del brutto così come lo siamo di ciò che Hegel definiva il "sentimento del sublime". La politica accoglie tutte le regole socialmente stabilite dall'uomo, identificando le direzioni, le mete, e gli opposti. Affronta pertanto tutti i temi dell'umano divenire, dalla fede alla ragione dall'estetica all'etica, dalla morale alla guerra. La politica, attraverso le sue regole, pur mutevoli, indica la posizione di uno stato in rapporto agli opposti che tutte le scienze fisiche e morali affrontano. Tale posizione è inevitabilmente in continuo mutamento giacché spinta dalle tensioni di attrazione che ogni opposto esercita sui singoli. Proprio questo continuo movimento che determina lo stato di equilibrio tra gli opposti attraverso la generazione di forze singole è alla base del principio della cinetica. Per cui vogliamo indicare la cinetica come quella costante energia sviluppata dai sistemi opposti per mantenere i singoli nel rispetto delle regole imposte dallo stato.

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